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A volte si viaggia per km nella nostra bella Italia per scoprire nuovi posti, nuove terre, nuovi paesaggi, poi ti rendi conto che a 2 km da casa, hai delle colline incredibili che non hanno nulla da invidiare al Basso Piemonte o alla Toscana, sono solo in versione ridotta.

Si tratta delle colline di Mezzomerico, un piccolo paese situato a 266 m.s.l.m., con una storia antica da raccontare.
L’origine del nome ci riporta all’Antica Roma, un’ipotesi racconta il legame tra gli scritti di Cesare, Plinio il Vecchio e Tacito che parlarono del popolo gallico dei Mediomatrici, da cui il toponimo Mediomadrigo, a Mezzomerico.
Nel Medioevo divenne feudo dei Biandrate e nel XII secolo entrò a far parte del Contado di Novara, passando sotto diverse casate.

Fin dall’antichità, la viticoltura è sempre stata una delle principali attività, grazie al microclima presente in questo territorio, dovuto alla vicinanza del Monte Rosa, ai monti della Valsesia e alle proprietà del suo terreno composto da argille, sabbia e ciottoli di origine morenica. (Fonti: Colline NovaresiComune di Mezzomerico)

Girando per le colline di Mezzomerico, possiamo trovare vitigni tipici del territorio, come il Nebbiolo, la Vespolina, l’Uva Rara, la Barbera, l’Erbaluce, la Croatina.
E proprio legate ai vitigni, all’uva e al vino, è la storia che voglio raccontarvi; in realtà sono due; ma inizierò con una.
Si trata della nascita di una cantina nell’Altopiemonte, che non si può non conoscere “Il Roccolo”.

 

Il Roccolo

Davvero curiosa è la storia della nascita di questa cantina, iniziata dopo che il papà di Pietro Gelmini, l’attuale proprietario, ereditò la cascina, il Roccolino e la terra circostante, a Mezzomerico.
Il vino, è sempre stato nel destino della loro famiglia, il bisnonno di Pietro infatti, fu tra i fondatori, nel 1891, della Cantina Sociale di Oleggio, una delle più antiche di Italia.

Ma andiamo a scoprire da dove trae il nome la cantina….
Il Roccolo è un edificio che veniva utilizzato come postazione di caccia sulle colline, i primi risalgono al 1300 e sono stati utilizzati fino al 1968; originariamente presente al posto dell’attuale abitazione.

All’interno della proprietà ne troviamo uno originale e mantenuto nel tempo, chiamato il Roccolino, una struttura più piccola, risalente con il corpo principale, al XVII secolo, sucessivamente ampliata nel 1800.
Proprio qui, Pietro da bambino passava quasi tutte le estati e sempre nel Roccolino, usava rifugiarsi a studiare durante gli anni dell’università, per diventare ingegnere.
Ancora oggi è utilizzato per far appassire le uve.
Sembra inoltre che, fino al ‘600, nella tenuta della cantina esistesse una fortezza; unica traccia risalente al periodo, è il ponticello, sotto il quale passa la strada che collegava il Ticino a Ghemme, dove si coltivava il Nebbiolo già in epoca Romana.

Un hobby che diventa professione

Nel anni ’90 Pietro, che viveva a Milano lavorando nel suo studio di ingegneria, e il padre, decisero, per hobby, di provare a riprendere l’attività vitivinicola e seminarono le prime nuove viti.

A Mezzomerico, la viticoltura è sempre rimasta attiva, ma col passare degli anni, la produzione era diventata esclusivamente “casalinga”, legata cioè al consumo del proprietario delle vigne o al massimo, del prorio circolo di amici, a scapito invece di una produzione di qualità e che si rivolgesse al di fuori dei confini del territorio.

Pietro e il padre invece, ci videro lungo e furono tra i precursori della valorizzazione del territorio dell’Altopiemonte vedendone la possibilità di produrre un prodotto di qualità.
Iniziarono così a coltivare direttamente i terreni, che prima erano stati dati in affitto ad utilizzare le strutture della tenuta.
A supporto di questo nuovo inizio, chiamarono il grande enologo Claudio Introini con lunga esperienza nella produzione di Nebbiolo in Valtellina, che diede un grande contributo in termini tecnologici, innovativi e qualitativi.

Nel 1997 fu prodotta la prima bottiglia di Nebbiolo, chiamato Valentina (come una delle figlie), con una maturazione di 4 anni, fu quindi pronta ed assaggiata per la prima volta nel 2001, in occasione di “Riso e Laghi”, al ristorante “Pinocchio” di Borgomanero.
Nel 2000 Pietro decise di trasferirsi con la famiglia da Milano a Mezzomerico; il suo, non era più un semplice hobby ma una vera e propria nuova way of life, che aveva decisamente preso il sopravvento sulla vita da ingegnere.

Vini e Riconoscimenti

Da quel lontano 2001, non si sono più fermati: riconoscimenti e nuovi vini si sono susseguiti con ritmo costante.
Attualmente sono coltivati circa 8 ettari di terra, su una collina a 300 metri di altitudine, di cui 5 di Nebbiolo, 1 di Uva Rara e Vespolina, 2 di uva bianca e Chardonnay, con una produzione di circa 35000 bottiglie anno.
Pietro pone particolare attenzione all’ambiente e all’utilizzo dei diserbanti, che nei suoi vigneti sono banditi. Solo i grappoli migliori vengono impiegati per la produzione, al fine di ottenere sempre un’alta qualità.

La cantina “Il Roccolo” negli anni, ha ricevuto diversi riconoscimenti, come il Calice d’Oro, premio per il migliore vino DOC dell’Alto Piemonte, (con quello vinto nel 2018, sono 8, sempre con il Valentina).

Il bello delle storie di famiglia è che arrivano al cliente semplicemente, come se fossero una pagina di un romanzo, raccontata attraverso il loro prodotto.
Prendete, ad esempio, l’origine dei nomi dei vini de “Il Roccolo”:

  • Valentina: le prime bottiglie si chiamavano Margherita, come la moglie di Pietro, poi variato in Valentina, nome della primogenita.
  • Francesca: nome della seconda figlia di Pietro e Margherita.
  • Belinda: nome dell’asinella mascotte, che per 6 mesi l’anno gironzola serena nelle viti e gli altri 6 ha una dimora tutta sua nella Tenuta.
  • Felicita: in onore del poeta piemontese “Guido Gozzano” della sua poesia “I Colloqui”.
    (Per saperne di più: Roccolo Vini)

Perchè fare una degustazione?

Posizione magica, arrocato sulla collina, soprattutto in primavera offre una vista incantevole di colori.

Sono un esempio di qualità, di continua ricerca ed innovazione, di valorizzazione del territorio.
L’accoglienza e l’ospitalità di Pietro e Margherita vi faranno provare un’esperienza unica fatta di sapori, colori e profumi.
Se volete passare un sabato diverso, chiamate in cantina e prenotate la vostra degustazione, ne rimarrete estasiati, anche perchè avrete Pietro come “Cicerone” che vi mostrerà i vigneti, il Roccolino e vi racconterà la sua storia.
Accompagnati da un buon bicchiere di vino e degustando prodotti del nosto Altopiemonte, perchè la collaborazione con il territorio è importante.